Due grandi opere delleaniane   (Pagine 18 )      Fonte : La rivista biellese - 1947

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 E da qualche tempo nella regione biel- lese il quadro \'ab In morifius sanctis \'bb, una delle pi\'f9 significative opere di Lorenzo Delleani. Viene cos\'ec oflerto lo spunto a chiarire la non poca confusione che re- gnava intorno a due dei pi\'f9 importanti quadri delleaniani. \par Ambedue le opere appartengono al pe- riodo d'oro del Maestro pollonese e sta- biliscono, nel quinquennio seguente al fa- moso 1880 (anno del supposto coup de \par ziano sono importantissimi) per cui non \'e8 da stupire se, per oltre un cinquan\'actennio, \'e8 nata e si \'e8 consolidata una certa confusione per la quale non pochi degli stessi studiosi d'arte finivano di credere che le due opere fossero effettivamente una sola. \par Giover\'e0 al lettore un breve cenno sto\'acrico sui quadri in argomento. Il quadro r Fede \'bb porta la data del 1882 e Delleani lo espose quello stesso anno alla Espo\'acsizione Generale dei Prodotti del Circon\'acdario di Biella ltt. Tale Esposizione fu allestita nel Palazzo del Seminario di Biella e riusc\'ec una grandiosa rassegna dei pro\'acdotti e delle attivit\'e0 biellesi. Nel com\'acplesso dell'esposizione trov\'f2 onorevole posto una mostra dei pittori biellesi del\'acl'epoca che fu precisamente allestita al piano superiore del palazzo in un locale ricavato nella parte posteriore della cap\'acpella. Vennero qui raccolte le opere di trentaquattro pittori biellesi : il cavaliere Delleani trionfava con la parete centrale dedicata a dodici sue opere, delle quali \'ab Fede \'bb era la pi\'f9 importante. Per essa gi\'e0 Camerana aveva scritto i noti versi : \par r Cantano e vanno; le gaie macchiette r son scese all'alba, da Fontanamora, \par r nel suo mistico buio han riveduto r la statua scintillante \'bb t2t \par Terminata l'esposizione, il Comitato, non sapendo come sdebitarsi col Semi\'acnario che nulla voleva per aver messo a disposizione l'intero fabbricato, pens\'f2 molto signorilmente di acquistare \'abFede\'bb e di farne omaggio al Seminario stesso. \par Cos\'ec il bellissimo quadro rimase a Biella. In Seminario l'opera costituiva natural\'acmente l'ammirazione dei superiori e degli alunni, ma era alquanto fuori ambiente nel senso che, non possedendo il Semi\'acnario di Biella una quadreria, quell'unico \par pezzo di valore rappresentava per l'eco\'acnomo una vera preoccupazione ai fini della sua conservazione. Fu cos\'ec che il quadro venne coperto d'una fodera che veniva tolta solo in occasione di visite illustri. Intanto, nel 1884, Delleani aveva esposto a Torino \'ab In montibus sanctis \'bb che Umberto I\'b0 acquist\'f2 in occasione della sua visita inaugurale a quell'esposi\'aczione d'arte. I giornali molto parlarono della bellissima quanto fortunata opera del pollonese. La musa di Giovanni Ca\'acmerana torn\'f2 a cantare ispirandosi al nuovo quadro del suo grande amico e sgorgarono i noti versi: \par r Prega per noi tu negra, come I' onda r del lago alto e bruma), \par Negra, ma bella \'bb. \par Passarono i decenni e dell'opera \'ab In montibus sanctis \'bb si parl\'f2 sempre meno perch\'e8 emigrata fuori Piemonte. D'altra parte il titolo era bello e aderente pi\'f9 che non il titolo \'ab Fede a: Fu cos\'ec che qualche superiore del Seminario di Biella cominci\'f2 ad applicarlo erroneamente al quadro delleaniano rimasto nel Seminario e, in breve, l'errore divenne comune a molte persone. Chi scrive ebbe occasione nel 1928 di organizzare, in una sala di via Marconi 15, una piccola mostra d'arte prevalentemente sacra e tolse per alcuni giorni il quadro delleaniano dal suo or\'acmai quasi ignorato rifugio del Seminario; l'amico pittore G. P. Crida si adoper\'f2 a ripulire personalmente l'opera che riap\'acparve ai visitatori in tutta la sua bellezza, ma sotto il titolo errato di \'ab In montibus sanctis \'bb. Fu solo in occasione della pub\'acblicazione del volume \'ab II Biellese e le sue massime glorie \'bb che, chi scrive, ebbe, con Emanuele Sella, il dubbio sul titolo del quadro delleaniano. Risolvemmo la questione col titolo \'ab Il ritorno della pro\'accessione di Fontanamora \'bb, deducendolo dalla seconda parte della poesia del Ca\'acmerana scritta per il quadro stesso \par \'ab Poi l'ora del ritorno ecco \'e8 battuta; \par \'ab cantano e vanno fra i gialli pascoli... \'bb \par Soltanto nei giorni scorsi, controllando assieme a Pietro Torrione il catalogo del\'acl' Esposizione di Biella del 1882, potei ri\'actrovare il titolo originale del quadro che \'e8 \'ab Fede \'bb. L'opera fu venduta dal Semi\'acnario di Biella poco prima della guerra ad un negoziante di quadri biellese e fin\'ec qualche tempo dopo, nella casa di un appassionato amatore d'arte della nostra citt\'e0, dove ha trovato l'ambiente che le si addice e il grande amore che merita. Ci\'f2 malgrado ho creduto bene di con\'acservare nella riproduzione del quadro il titolo \'ab II ritorno della processione di \par Fontanamora \'bb poich\'e8, ormai, l'opera \'e8 ovunque riconosciuta e citata con detto titolo. \par \'ab In montibus sanctis \'bb porta invece la data del 1884 e figur\'f2 nella gi\'e0 citata mostra torinese dello stesso anno 131 dove fu comperata da Umberto l\'b0. Piacque mol\'actissimo al re che volle l'opera al Quiri\'acnale a decorare la parete principale del suo gabinetto di lavoro. L'opera, fino al 1900, rimase viva in quanto non sfuggiva ai visitatori ammessi nello studio privato di Umberto I\'b0, tanto pi\'f9 che il sovrano non nascondeva la sua ammirazione per il quadro con tutti i visitatori che su di esso soffermavano lo sguardo. Dopo la morte di Umberto I\'b0 il quadro rimase al Quirinale ad adornare una delle pareti degli appartamenti privati e pochissima \par gente lo vide ancora. Di qui il silenzio quasi assoluto che and\'f2 facendosi sul- l'opera pur tanto fortunata un giorno e la confusione che pot\'e8 nascere col quadro del Seminario di Biella. \par Lo scorso anno In montibus sanctis \'bb \par venne, come si \'e8 pi\'f9 sopra accennato, a far parte di una raccolta d'arte biellese. \par * \par La critica pi\'f9 recente e pi\'f9 autorevole ha, ormai, scartata la versione dello Stella sulla repentina \'abconversione \'bb di Delleani nel 1880 dopo aver visto le tele del De Nittis all alle sue nell'Esposizione di Torino dello stesso anno. Effettivamente Delleani non aveva bisogno di vedere le opere di De Nittis per convincersi di es- sere un ritardatario battente una falsa strada. Giustamente osserva la Brizio che, a Delleani, non era mancata l'occasione, fin dal suo primo viaggio a Parigi del 1874, di rendersi conto dei nuovi orien- tamenti, cos\'ec come egli non era all'oscuro della ribellione all'accademismo imperante da parte degli impressionisti toscani. Nem- meno gli mancavano i pi\'f9 vicini esempi dell'alto e libero spirito di Antonio Fonta- nesi come della battaglia combattuta dalla piccola pattuglia stretta attorno al Rivara. \par D'altro canto non si pu\'f2 negar ragione al Somar\'e9 quando definisce Delleani un \'abpaesista categorico\'bb e giustamente vede nel giovinetto semplice e serio aggiran- tesi per i prati e boschi di Pollone un antiromantico per eccellenza che, ancor prima di assimilare modi e metodi pitto- rici, gi\'e0 si nutrisce di quel realismo che sprigiona poi in tutta luce nei suoi pae- saggi. Per il Somar\'e9 la parentesi accade- mica di Delleani passa senza lasciar con- seguenze. Ed \'e8 vero; ma \'e8 pur vero che tale parentesi si prolunga fino oltre la soglia dei quarant'anni di Lorenzo Del- leani. \'c8 molto per un realista come lui \par ed \'e8 difficile spiegare la cosa \'ab spiritual- mente \'bb ragionando. \par E qui viene da domandarsi se non con- corrono altri fattori, forse pi\'f9 prosaici ma molto pi\'f9 probativi, nel ritardo di Delleani ad abbandonare le strade battute fino al 1880. Il pollonese \'e8 un realista non solo in pittura: lo \'e8 anche nella vita. Pur attar- dato sulla pittura storica, Delleani, nel decennio 1870-1880, \'e8 un pittore che a Torino si \'e8 [atto un nome e che ha un suo pubblico, un pubblico che gli acqui- sta i quadri. A Delleani piace condurre una vita agiata, ammira le belle donne, preferisce tavole bene imbandite. Sotto i grandi baffi del suo ritratto, magistral- mente dipinto da Giacomo Grosso, pare di raccogliere tuttora un sardonico sorriso per tutto ci\'f2 che costituiva lo spasimare romantico-sentimentale del suo tempo. Non dimentichiamolo: \'e8 il tempo delle donne dal vitino di vespa, coi sali a por- tata di mano per i frequenti svenimenti, e par bello morire di tubercolosi. Ma Delleani \'e8 controcorrente. Egli non dipinger\'e0 quasi mai la donna per la donna ma se si ferma sopra una giovane figura femminile essa \'e8 sempre un poco la Maria carduc- ciana dal \'ab baldanzoso fianco e restio seno \'bb; Delleani \'e8 un epicureo nel senso corrente e popolare della parola che presuppone una filosofia ottimista ed insieme realista della vita. \par Egli non disprezza nemmeno per posa i compratori dei suoi quadri: dipingere dei bei quadri si, ma anche venderli 1 Ed \'e8 per questo che, probabilmente, la storia del suo c Quies \'bb \'e8 molto pi\'f9 semplice di quanto non appaia a taluni critici e sta a mezza strada fra le discordi inter- pretazioni che vedono quel quadro, gli uni, come un primo tangibile segno della nuova arte del pollonese; come un non riuscito tentativo, gli altri, di disincaglio dalla maniera accademico-romantica. E \par perch\'e9 non come un \'ab assaggio \'bb del suo pubblico prima di cambiare rotta definiti- vamente, prima di affidare la barca del proprio vivere comodamente al nuovo gusto artistico tuttora molto discusso nella \'ab provincial \'bb Torino? \par \'c8 soltanto con II ritorno della proces- \par sione di Fontanamora \'bb (o \'ab Fede \'bb che chiamar si voglia) che noi abbiamo la svolta totale, il gran rifiuto per ogni in- dugio sulle vecchie posizioni accademico- romantiche. E la controprova la troviamo nel bozzetto dello stesso quadro dove, effettivamente, per la prima volta incon- \par triamo tutta l'immediatezza e quel senso di vibrante aderenza alla natura che, d'ora innanzi, caratterizzeranno l'arte di Delleani e ne faranno il paesista \'ab che non ha l'uguale in nessun altro paesista italiano dell* 800 \'bb. (4) \par Il bozzetto della Processione di Fonta- namora \'e8 per\'f2 sfuggito all'attenzione dei critici. Pure, se si vuol trovare il punto di partenza della \'ab rivoluzione \'bb dell'arte delleaniana, il \'ab punto \'bb \'e8 qui. Si \'e8 cer- cato il \'ab Quies \'bb 118811 che innegabil- mente, obbedisce pur sempre ad una pre- occupazione romantica, si \'e8 cercato \'ab La \par scena araba \'bb (1881) che, sia pure con tutta la sua bellezza, non cessa di essere un quadretto di maniera ed \'e8 di evidente ispirazione morelliana. \par Nessuno ha pensato che il bozzetto della Processione di Fontanamora \'e8 pure del 1881 (5). Non ci pu\'f2 essere discus- sione! 11 quadro era gi\'e0 finito nel luglio del 1882 ed \'e8 di quel mese la poesia del Camerana che si riferisce al quadro. Del resto, nella stessa estate del 1882 il quadro, venne mandalo a Biella per l'Esposizione. Delleani l'aveva composto nell'inverno 1881-82 o, al pi\'f9 tardi, nella prima met\'e0 del 1882. La processione di Fontanamora si \'e8 sempre svolta nel mese di agosto: il bozzetto non pu\'f2 dunque essere che dell'agosto 1881 (6), \par Non \'e8 dunque De Nittis, ma \'e8 Oropa attraverso alla sua pi\'f9 suggestiva manife- stazione di colore che richiama Delleani alla realt\'e0 ed alla necessita di una sua pittura veramente \'ab delleaniana \'bb, cos\'ec come la portava dentro: fatta d'impeto, buttata gi\'f9 senza pentimenti, chiudendo gli occhi su ogni reminiscenza accade- mica per aprirli soltanto sulla luce e sul colore: due occhi golosi, da epicureo ottimista, da sensuale innamorato della sua Pollone, del suo Mucrone della sua Oropa. \par Nel realizzare il quadro dal bozzetto, Delleani, nutre ancora qualche residuo timore e qualcosa concede tuttora al pub- blico: la pecorella che bruca in primo piano \'e8 un elemento romantico, il gruppo delle mucche in secondo piano sa di re- miniscenze fiamminghe e fa pensare al Potter, la processionante di primo piano \'e8 pi\'f9 una modella bene in carne (come piacevano a Delleani) che una montanara, ma il colore \'e8 libero, la luce irrompe e prorompe: \'e8 Delleani! (7) \par Delleani che entra a porte spalancate nella storia dell'arte, senza titubanze, quasi di prepotenza. \par Tutta la sua pittura precedente era stata, se mai, una concessione al cattivo gusto imperante, non certo un mezzo od un intimo travaglio per sfociare \'ab in pi\'f9 spi- rabil aere\'bb. Ha ragione il Somar\'e9 quando nota che quell \'ab ottica \'bb il pollonese se Io porta dentro ante accademia, fin da quando fanciullo e adolescente percorre ignaro del proprio avvenire i luoghi natii. A Biella, il primo quadro oropeo di Del- leani, ha un grande successo e viene ac- quistato dal Comitato dell'Esposizione per essere regalato al Seminario. Per\'f2, tolti gli amici che frequentano lo studio di Delleani, i torinesi, e, in particolare, il \'ab mondo artistico torinese\'bb, non hanno visto il quadro che esprime pienamente il nuovo Delleani. \'c8 logico che il pollonese \par coltivi l'idea di presentarsi al suo pub\'acblico con una variazione sullo stesso tema. Nell'agosto dell'anno successivo (18831 egli \'e8 nuovamente sui monti d'Oropa sul passaggio della processione di Fontana- mora. Nella concitazione del momento, mentre dinnanzi ai suoi occhi si rinnova il miracolo di colore nella purezza di luce dell'alta montagna, egli afferra la cassetta ed abbozza rapidamente i gruppi variopinti dei processionali che vanno. Li abbozza su una tavolozza che poco prima gli \'e8 servita ad appuntarsi un par\'acticolare momento del lago del Mucrone. Non si pu\'f2 spiegare che cos\'ec la nascita del bozzetto di \'abIn montibus sanctis\'bb che nella sua mirabile immediatezza presenta due incongruenze non spiegabili diversamente: la processione di Fontanamora non passa per il sentiero a fianco del lago (cio\'e8 il sentiero che sale alta bocchetta del Mucronel, ma sale invece il sentiero della Barma dal quale si vede il lago dall'alto e assai discosto; la ripa, sulla quale nel bozzetto vediamo transitare la processione, \'e8, nella sua realt\'e0, molto pi\'f9 scoscesa di quanto non appaia nel bozzetto. Fortunata sovrapposizione del resto, che suggerir\'e0 al Maestro di non modificare nel quadro il Felicissimo con\'actrasto risultato nel bozzetto fra il primo piano illuminato dalla luce calda e radente del tramonto e il lago scuro immerso nella tristezza del crepuscolo. Nello stesso 1883 Delleani compie il suo viaggio in Olanda: vede paesi nuovi, avvicina i ca\'acpolavori dell'arte fiamminga. Ritorna sempre pi\'f9 scaltrito ed \'e8 cos\'ec che, dal boz\'aczetto dell'agosto, nasce e si concreta nell'inverno r In montibus sanctis \'bb. \par Ora l'artista domina completamente il compositore ed i ceppi accademici sono tutti infranti. Nell'opera r In monfibus sanctis \'bb tutti gli elementi non necessari vengono scartati: c'\'e8 solo pi\'f9 la proces\'acsione in tutta luce e la drammatica ma\'aclinconia di quel lago che si immerge nella notte. E le donne che vanno son donne della montagna tutte quante: non pi\'f9 indulgenze per i bei piedini o le dolci curve delle modelle torinesi. \par L'artista investe paesaggio e figure di colori densi e puri. Quasi mai Delleani ricerca delle gradazioni sulla tavolozza, ma ottiene piani e tonalit\'e0 sovrapponendo colore a colore direttamente sulla tela. \par continuamente aiutandosi colla spatola. Pittura d'impeto sempre, anche se nei quadri il pollonese non potr\'e0 mai arrivare a quella mobilit\'e0 ed a quelle rifrazioni di luce che lo fanno grande nei suoi bozzetti. \par GERMANO CASELLI \par \par (1) Esposizione generale dei prodotti del Cir- condario di Biella del 1882 \emdash Catalogo Ufficiale e pianta; Biella G. Amosso, editore. \par (21 Camerana scrisse questi versi in Torino il 17 luglio 1882 sotto il titolo \'ab Oropa \'bb (v. ripro- duzione dell'autografo su \'ab Delleani \'bb, numero speciale di \'ab Illustrazione Biellese \'bb, verso della tavola fuori testo fra pagg. 32-331. Il quadro era appena finito e Camerana era sempre il \'ab primo giudice \'bb dei lavori di Delleani. Subito dopo, il quadro, venne mandato all' Esposizione di Biella e non ritorn\'f2 pi\'f9 a Torino. \par 131 L'opera \'e8 stata datata dall'autore (proba- bilmente con una correzione ancora visibile del 3 in 41 al 1884, anno dell'Esposizione. \'c8 un fatto per\'f2 che o In montibus sanctis \'bb era gi\'e0 sul \par cavalletto e quasi ultimato nell'autunno del 1883, in quanto \'e8 dell'ottobre di quell'anno la poesia del Camerana che da esso si ispira. Non \'e8 pos- sibile che Camerana soccorra la sua musa col ricordo di Fede \'bb che \'e8 dell'anno precedente.: il poeta si richiama esplicitamente al \'ab lago alto e brumal che \'e8 proprio di \'ab In montibus sanctish, \par 141 Anna Maria Brizio: \'ab Ottocento-Novecento\'bb; \par pag. 272 U. T. E. T.; Torino, 1945. \par 151 Potrebbe anche essere antecedente. Sono in corso studi d'archivio per controllare se nel 1881 ebbe luogo ad Oropa la processione di Fontanamora o se bisogna risalire agli anni pre- cedenti. \par (61 II bozzetto non porta data. Venne regalato dall'autore e reca la dedica autografa \'ab All'amico Conte Ponza di San Martino Giuseppe \'bb. \par 171 Si nota, a proposito del colore di questo quadro, che se \'e8 vero un certo appesantimento dell' ultimo piano per causa dell'opacit\'e0 assunta nel tempo dal bitume, \'e8 invece pura leggenda una pretesa scoloritura del primo piano. Il con- fronto fra bozzetto e quadro conferma che il colore \'e8 quello, cio\'e8 il tipico colore dei pascoli montani in agosto. Difatti Camerana accenna chiaramente ai gialli pascoli \'bb. \par \par \par \par }